29/11/2016
Come ormai da diversi anni, nella Comunità Ospitale del Comune di Sante Marie si ricorda la battaglia in cui perse la vita l’eroe catalano Josè Borjes, avvenuta l’8 dicembre del 1861.
Mercoledì 7 dicembre, presso la sala consiliare del Comune di Sante Marie alle ore 16:00, si terrà un convegno dal titolo “Il generale Borjes nell’ambito del legittimismo filo borbonico”, a cui interverranno: il Sindaco Lorenzo Berardinetti, il Presidente dell’ Istituto di ricerca storica delle Due Sicilie Giovanni Salemi - il giornalista e scrittore Fernando Riccardi - la studiosa di storia patria Maria Ornella Cristalli - il giornalista Luciano Troiano. Nel corso del convegno Maria Elena Farese leggerà alcuni brani.
Giovedì 8 dicembre, alle ore 10:00 si svolgerà la visita al Museo del Brigantaggio, nel quale il Comune ospita una splendida collezione di materiale autentico che ripercorre il periodo del Brigantaggio e dell’Unità d’Italia custodito all’interno di alcune sale del Polo Museale di Palazzo Colelli. Alle ore 11:00, invece, si terrà una cerimonia commemorativa presso la Cascina Masrtoddi con la deposizione della corona sul cippo che ricorda il tragico epilogo del Generale Josè Borjes.
Dopo anni di revisionismo storico, Borjes oggi viene ricordato come una figura eroica e valorosa, e non come un brigante, come veniva definito dall’esercito italiano secondo cui era alla guida di una banda impegnata a rovesciare il legittimo governo. Il suo coraggio e la sua lealtà è stata poi accertata a livello documentale e oggi è diventato un personaggio leggendario, un uomo d’onore.
Si narra che il Generale: “Giunto quasi al confine tra l'Abruzzo e il Lazio, ordinò ai suoi uomini di fare una sosta durante la fredda e nevosa notte tra il 7 e l'8 dicembre 1861 a Sante Marie, presso la cascina Mastroddi, in località Luppa. Questa decisione si rivelò fatale: il generale e il suo drappello vennero braccati dai bersaglieri sabaudi comandati dal maggiore Enrico Franchini, informati del loro arrivo da alcune persone del posto. Venne ingaggiato un conflitto a fuoco e, dopo l'incendio della cascina da parte dei bersaglieri, i legittimisti furono costretti ad arrendersi e furono portati a Tagliacozzo per essere condannati a morte senza processo.
Consegnata la sua spada a Franchini, Borjes chiese di confessarsi in una cappella assieme agli altri prigionieri. Poco prima di morire, il generale urlò «L'ultima nostra ora è giunta, moriamo da forti.» Davanti al plotone d'esecuzione, si abbracciò ai suoi uomini e recitò una litania in spagnolo, interrotta bruscamente dalla fucilazione. I cadaveri, spogliati dei propri effetti personali, furono sepolti in una fossa comune ma per intercessione di Folco Russo, principe di Scilla, e del visconte parigino di San Priest, la salma del militare catalano fu riesumata per ordine del generale Alfonso La Marmora e portata a Roma per ricevere solenni funerali.”