11/04/2017
La settimana santa per la comunità di Scurcola Marsicana è un insieme di emozioni e sensazioni uniche nel suo genere: si va addirittura oltre il fatto di essere credenti o non; è un momento in cui ci si RITROVA per stare INSIEME, per condividere l'evento pasquale e nello stesso tempo RACCONTARSI all'amico che non si vede da un po'.
Molto caratteristica è la Processione del venerdì santo, dove a "raccontare" la passione di Cristo ci sono le 4 Confraternite ultrasecolari, che dopo opportuna preparazione ai caratteristici canti durante i giorni che precedono l'evento, sfilano lungo strade e vicoli del paese, disegnando di anno in anno lo stesso secolare percorso, in visita alle 7 chiese: si parte dalla chiesa della SS TRINITÀ, dove in perfetto ordine apre il corteo il SUFFRAGIO, devoto a S. Michele Arcangelo, con veste nera e cordone bianco; segue il S. BERNARDINO DA SIENA, con veste e cordone bianchi; la terza a sfilare è la SS TRINITÀ, con "veste" rossa e cordone azzurro; per finire il SS. SACRAMENTO, con veste bianca e cordone rosso; a chiudere il corteo c'è la popolazione, che segue la funzione religiosa del parroco, passo dopo passo, dalle 8.30 del mattino alle 13/13.30 circa!
In paese non c'è bambino, o ragazzo, o adulto o "diversamente giovane" che non conosce quei canti che durante la giornata ti entrano nelle vene per uscirne forse la settimana successiva: ci si prepara cercando continuamente di migliorarsi, con l'intento di creare la giusta atmosfera durante la manifestazione.
Ogni Confraternita ha il suo maestro di riferimento, che gestisce tempi, tonalità e tutto ciò che potrebbe essere ricondotto ad un vero e proprio coro: durante la processione ciascuna confraternita porta in corteo la propria Croce, che sfila seguita dalle coppie di confratelli, a partire dai bimbi più piccoli; i "cantori", come vengono comunemente chiamati, procedono invece in gruppo, fermandosi al cenno del maestro, per eseguire la strofa stabilita e rimettersi in cammino; cantare bene vuol dire trasmettere emozione che fa venire i brividi, questo è lo scopo che ogni singolo cantore cerca di raggiungere. La processione termina presso la Piazza del Mercato, dove tutti i partecipanti assistono alla predica finale con le croci di ciascuna Confraternita disposte ordinatamente sulla scalinata della chiesa. Al termine della predica ogni Confraternita si congeda così come aveva iniziato la giornata, cantando qualche strofa del "Miserere".
Ci si ritrova, dunque, presso le proprie sedi per il cenacolo, evento nell'evento: le sale sono aperte al pubblico, per la consumazione ad offerta libera di un pasto immutato da centinaia di anni; unico "dovere" è portare bicchiere, posate e bevande, possibilmente vino, in mancanza del quale di può sempre ricorrere all'opzione B, ovvero l'aiuto dei commensali di fianco e/o di fronte, ben lieti di offrire supporto in cambio di un parere (suggerirei positivo)...sul vino!
Ci sarebbe tanto da scrivere sul Venerdì santo di Scurcola Marsicana: Potremmo soffermarci a parlare dei bambini che imitano gli anziani nelle movenze, camminando ad esempio con le mani dietro la schiena aggrottando le sopracciglia per dimostrare autorevolezza (che poi è un'espressione istintiva dettata spesso dal sole contro oppure dal sonno dentro!)...oppure dell'istante di raccoglimento di tutto il gruppo nel passare vicino alla casa di un confratello mancato da poco (non di rado gli si dedica una delle strofe citate)...oppure delle storiche gare degli anni 80, sul numero dei piatti di spaghetti col tonno mangiati prima di andare "arrete alle scole" per giocare a QUINDICI, col muro della cabina elettrica che faceva da porta!!!
Il Venerdì Santo ogni gesto è rievocativo di qualche altro gesto, ogni odore nasconde il sapore di una storia che sfida il tempo tra passato e futuro...soprannomi che si tramandano...nomi e cognomi che si ripetono...visi che si somigliano...voci che si confondono nell'arco di 500 anni durante i quali tutto è cambiato pur rimanendo invariato.
Provare per Credere!
Tomas Paolucci